Sorrento in Inverno (24-10-2009) |
Per noi la Birra Artigianale è qualcosa che deve dare piacere, qualcosa di gradevole a 360°, gradevole per tutti i sensi. E' un prodotto che può essere molto ricercato, molto accurato ma allo stesso tempo rimanere semplice e alla portata di tutti. La piacevolezza deve essere riconosiuta immediatamente dai più, senza essere degli scienziati del gusto o avere olfatti da segugi. Una Birra che si lasci bere ma anche un po' intrigante, ammaliante che lasci piacevolmente affascinati anche nel packaging.
Da ciò a scegliere come logo una Sirena il passo è breve ma (semplice ma mai banale) è una Sirena senza testa a simboleggiare il nostro costante impegno a voler fare sempre qualcosa di meglio, curando anche e soprattutto i dettagli, senza accontentarci mai, per noi manca sempre qualcosa per raggiungere la perfezione.
I nomi delle Birre, anche quelle future, invece rievocano la leggenda che lega il nome di Sorrento a quello di una fanciulla.
Syrentum - Birra Artigianale Chiara |
Sirentum, fanciulla di rara bellezza e dolcezza, venne alla luce a Sorrento nel XVI secolo per un voto fatto dai genitori al “Tempio delle Sirene” (Tempio di Minerva) che sovrastava la Baia di Ieranto. La sua vita, secondo la leggenda, fu segnata dall’incontro a Marina Grande con la sirena Partenope che le svelò l’amore di un principe appartenente ad un’importante casata dell’epoca (probabilmente la famiglia Durazzo) ed un futuro, contrariamente alle sue origini contadine, da regina. Così fu. In breve i due giovani si sposarono e condussero una vita di viaggi dimostrando, ad ogni ritorno, grande generosità verso i propri concittadini così come si confaceva a due futuri regnanti. Il 13 giugno 1558 furono aperte, per il tradimento di uno schiavo, le porte della città che fu saccheggiata dai Saraceni popolazioni originarie del Nord-Africa e dell’Asia Minore. Sorrento fu messa a “ferro e fuoco” e molteplici furono i prigionieri tra cui la bella Sirentum. Il suo ritorno fu possibile solo dopo alcuni anni grazie ai sorrentini che donarono ciò che possedevano pur di riaverla. Fu proprio durante la sua prigionia che Sirentum apprese le primordiali tecniche per la produzione di una bevanda, ottenuta dalla fermentazione di cereali, così come facevano già gli Egizi migliaia di anni prima.
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Al suo ritorno Sirentum offrì la bevanda in dono alle Sirene portandola al Tempio. La coltivazione della terra a Sorrento ha una storia millenaria; è un dato di fatto che già i romani coltivarono la fertile pianura ad est di Sorrento, denominata appunto “planities”, piantando farro, fagioli, frumento, fave, ceci, erba medica e svariate qualità di ortaggi. Proprio la presenza di queste coltivazioni permise la produzione di una birra “primitiva” e la sua offerta rituale alle Sirene.
Con l’avvento dei Borboni, alla fine del ‘700, e le riforme ecomonico-sociali di Carlo III le colture di cereali furono sostituite con quelle di agrumi, che conobbero la massima espansione tra l’800 e il ‘900, ciò rese impossibile la produzione della birra che si perse nel tempo. Oggi il Birrificio Sorrento vuole riproporre quella bevanda offerta alle Sirene proponendovi una birra artigianale di qualità che prevede in alcune versioni l’utilizzo di agrumi di Sorrento.Ogni birra ha una storia, ogni storia ha una birra
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