Trovata l'"ispirazione" e stabilito se la Birra dovrà essere chiara, ambrata o scura bisognerà scegliere i malti appropriati. Diciamo subito che la dicitura "doppio malto" non indica un tipo di birra e non sta a significare che sono stati utilizzati 2 malti. E' semplicemente una dicitura coniata dal legislatore italiano per indicare una Birra con più di 14,5 grado Plato, applicando ad essa una tassazione superiore in virtù di una maggiore alcolicità...tutto qui! Aaaah ci sentiamo meglio, non se ne poteva più di sentirsi chiedere se la nostra Birra è una "doppio-malto"!
Sulla Birra Artigianale ci sarebbe molto di più da sapere... Con il termine malto non si indica uno specifico cereale bensì un cereale che ha subito un processo di maltazione: in una prima fase si stimola la germinazione (fase di massima produzione degli zuccheri) dei cereali, con la macerazione, e successivamente si procede all' essiccazione per trattenere gli zuccheri prodotti. Quindi potremo avere malto d'orzo, malto di frumento, malto di farro ecc.. Una Birra Artigianale è fatta in gran parte con malto d'orzo e , per caratterizzarle, si aggiungono c altri cereali perlopiù in modeste quantità (fatta eccezione per le Blanche e le Weiss che contengono fino al 50% di frumento). Esistono principalmente quattro malti base ( Pilsner, Pale, Vienna e Munich) e una miriade di malti "speciali", che hanno subito tostature particolari, che servono a conferire sentori di caramello, di miele oppure semplicemente per dare un determinato colore alla Birra. Questi malti vengono utilizzati in quantità minime, basti pensare che per ottenere una birra di colore nero basta un 7% di malti scuri. Ciò che invece è difficoltoso è stabilire quanto zucchero, ossia cibo per i lieviti, un malto riesce a rilasciare in cottura nel mosto. Per far ciò esistono delle formule e modelli matematici che mettono in relazione malto, zuccheri e temperature del mosto. Con tali modelli si determineranno le quantità di malti da utilizzare in base alla gradazione ed al corpo che si vorranno ottenere. Tali quantità saranno riviste quando si sceglierà il tipo di lievito poichè non tutti divorano le stesse quantità di zuccheri.
Anche le previsioni del tempo si basano su modelli matematici... quindi è sempre meglio mettere in pratica la teoria prima di "zazzariare" chili e chili di materie prime sull'impianto di produzione!
Sulla Birra Artigianale ci sarebbe molto di più da sapere... Con il termine malto non si indica uno specifico cereale bensì un cereale che ha subito un processo di maltazione: in una prima fase si stimola la germinazione (fase di massima produzione degli zuccheri) dei cereali, con la macerazione, e successivamente si procede all' essiccazione per trattenere gli zuccheri prodotti. Quindi potremo avere malto d'orzo, malto di frumento, malto di farro ecc.. Una Birra Artigianale è fatta in gran parte con malto d'orzo e , per caratterizzarle, si aggiungono c altri cereali perlopiù in modeste quantità (fatta eccezione per le Blanche e le Weiss che contengono fino al 50% di frumento). Esistono principalmente quattro malti base ( Pilsner, Pale, Vienna e Munich) e una miriade di malti "speciali", che hanno subito tostature particolari, che servono a conferire sentori di caramello, di miele oppure semplicemente per dare un determinato colore alla Birra. Questi malti vengono utilizzati in quantità minime, basti pensare che per ottenere una birra di colore nero basta un 7% di malti scuri. Ciò che invece è difficoltoso è stabilire quanto zucchero, ossia cibo per i lieviti, un malto riesce a rilasciare in cottura nel mosto. Per far ciò esistono delle formule e modelli matematici che mettono in relazione malto, zuccheri e temperature del mosto. Con tali modelli si determineranno le quantità di malti da utilizzare in base alla gradazione ed al corpo che si vorranno ottenere. Tali quantità saranno riviste quando si sceglierà il tipo di lievito poichè non tutti divorano le stesse quantità di zuccheri.
Anche le previsioni del tempo si basano su modelli matematici... quindi è sempre meglio mettere in pratica la teoria prima di "zazzariare" chili e chili di materie prime sull'impianto di produzione!
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